Torre dei Cavalli - Medicina, Città Metropolitana di Bologna

Fabio Cocchi

‘Qui sorgeva la torre simbolo dell’antica località di Cavagli’.
Si hanno notizie della ‘Curia de Cavagli’ già prima del mille, assoggettata ad Argenta e quindi all’arcivescovo di Ravenna. Senza dubbio si trattava della fortificazione (con chiesa e centro abitato contiguo) più importante in zona.
Immaginiamo un territorio piuttosto vasto, costituito perlopiu da valli e paludi boscose.
La curia era scalo di un itinerario in larga parte solo navigabile, che dipanandosi lungo la desolata Padusa, collegava Bologna ad Argenta, al Po di Primaro e da lì ai porti della costa adriatica quali Ravenna, Comacchio e Venezia.
Teatro di intensi scambi commerciali (con relativi dazi) e contesa per la sua posizione di confine, in seguito a numerosi attriti tra Ferrara, Bologna e Ravenna fu rasa al suolo la fortezza e ricostruita una grande torre all’inizio del ‘300. Essa faceva parte di un presidio difensivo apprestato dal comune di Bologna nei territori piu a nord (ricordiamo la torre di Galliera e dell’Uccellino, uniche ancora esistenti nelle loro forme originali e verosimilmente gemelle a quella di Cavalli per aspetto).
La torre ospitava un capitano al comando di cento uomini armati, tra fanti e balestrieri.
Anche a causa dello sviluppo degli abitati limitrofi la torre di Cavalli perse presto importanza, Ignazio Danti nel 1578 la raffigura in due disegni dove appare in stato di abbandono.
Le ultime tracce visibili sparirono nell’800, i miseri resti utilizzati come materiale di recupero.
Un cippo la ricorda nel luogo dove sorgeva